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3 luglio 2015

Lettura

Prima di postare qualche foto della mia vacanza presso l'isola di Creta ed esattamente a Malia, desidero proporre due letture che ho avuto modo di gustare  proprio durante le spaparazzate al sole greco.
Il primo  mi ha  riportato alle mie radici - la Brianza -  nello scorrevole delle pagine   ci sono frasi dialettali milanesi nonchè situazioni tipiche degli anni della mia adoloscenza che in fondo è anche quella dell'autrice.
Nel secondo invece mi sono immersa ancora di più in questa splendida nazione - la Grecia - così tanto in discussione in questo periodo.
Mi sono immersa in una lettura di colpi di scena, di suspence, di curiosità  in un mondo di leggende e mitologia.

IL BACIO DI GIUDA
DI 
SVEVA CASATI MODIGLIANI 



Milano, 1945. La guerra è finita, la città liberata, ma la vita quotidiana è segnata dalle ferite dei bombardamenti, la penuria di tutto, gli strascichi di odi e regolamenti di conti. È lo scenario che circonda la vita di Sveva ragazzina, protagonista di questo nuovo racconto autobiografico, dove piccoli fatti quotidiani assumono ai suoi occhi infantili grande importanza. Curiosa e anche un po' ribelle, osserva le dinamiche del mondo adulto e ne percepisce tutte le contraddizioni: convenzioni sociali, falsità, ipocrisie dai risvolti talvolta dolorosi. Al centro di un racconto molto personale e senza pudori è il rapporto sofferto con una madre severa e intransigente, che non esita a trattarla ingiustamente pur di salvaguardare la sua idea di perbenismo. Ma vi è anche l'affetto sconfinato per il padre, un uomo dolce e attento che non esita a proteggerla dalle piccole crudeltà della vita quotidiana. Dopo le prime pagine segnate dalle conseguenze della guerra appena finita, il racconto assume un registro ironico e leggero, che rispecchia la ritrovata serenità e la prospettiva di un benessere possibile. Il libro si chiude con un'appendice firmata dal fratello Lucio, nato dieci anni dopo di lei, che descrive dal suo punto di vista la vita di famiglia e in particolare la sorella, definita "la mia paladina".

modeto PARERE PERSONALE : di facile e veloce lettura porta indietro negli anni, a quell'adoloscenza non sempre facile ed ai rapporti sempre un po' complicati tra madre e figlia di allora.
Un bisogno di esserci a volte sommerso dall'autorità allora sacra di una madre e di un padre e perchè no, anche la complicità di uno di loro, come in questo caso. 
Ciò che l'autrice vive dopo la guerra in una città come Milano, per me è stato rapportato ai miei anni, molto più avanti, poichè nelle realtà di piccolo paese contadino tutto avveniva in ritardo rispetto alla grande città.
Se per l'autrice dopo il 1945, per me e per tanti come dopo il 1955-60


IL MIO NOME E' NESSUNO
DI 
VALERIO MASSIMO MANFREDI 





Atene, 17 novembre 1973. Un eminente archeologo muore misteriosamente subito dopo aver ritrovato il vaso d'oro dell'indovino Tiresia. Poche ore più tardi, mentre scoppiano i disordini di Piazza del Politecnico, una giovane e bella studentessa viene catturata, stuprata e uccisa dalla polizia sotto gli occhi del fidanzato, Claudio Setti. Dieci anni dopo, una catena di efferati delitti sconvolge la Grecia. Riti annunciati da oscure profezie. Omicidi senza spiegazione per chi non abbia vissuto i giorni della rivolta studentesca e non conosca il segreto del vaso di Tiresia, sul quale era raffigurata la profezia riguardante l'ultimo viaggio di Ulisse: una seconda odissea durante la quale l'eroe omerico sarebbe arrivato fino alla fine del mondo, a interrogare il misterioso "oracolo dei morti"...

modesto PARERE PERSONALE : Coinvolgente, si legge senza sosta, si vuole arrivare alla fine per scoprire un finale non scontato. Le ultime pagine mi hanno accompagnata nel viaggio di ritorno, ed io. che di solito dormo sull'aereo, non volevo smettere la lettura percè mi premeva sapere appunto andasse a finire.
Da leggere, soprattutto per coloro che amano intrighi e suspence misto a thriller...ed anche per coloro che conosco la mitologia con annessi e connessi :-)